Quanto è importante avere a disposizione una finestra attraverso cui osservare il mondo dall’interno della propria casa? Quanto è essenziale, nella vita quotidiana di ciascuno di noi, poter beneficiare di un punto di osservazione privilegiato che ci permette non soltanto di essere spettatori, ma anche partecipanti a un mondo che si muove appena al di là del muro?
Il simbolismo della finestra, intesa non soltanto come elemento architettonico, è potentissimo. Non è un caso, ad esempio, che i prigionieri in carcere parlino di “mondo attraverso le sbarre”: sebbene l’apertura verso l’esterno vi sia, esista fisicamente, non è soltanto la cella a definire i limiti spaziali ed emotivi di una condizione, ma anche la modalità con cui il punto di osservazione sul mondo è costruito. Al contrario, ampie vetrate affacciate su terrazze e balconi abitabili, su grandi giardini o su panorami in cui la vista si perde offrono immediatamente un senso di ampio respiro, quasi la possibilità di spaziare fisicamente pur rimanendo fermi in una stanza.
La casa come centro delle istanze emotive dell’uomo: la finestra è un ponte
Nell’ambito, molto vasto e complesso, della psicologia dell’abitare, ogni ambiente della casa ci parla. In termini di progettualità architettonica, questo è un aspetto da non sottovalutare e un bravo architetto saprà sempre tenerlo in massima considerazione. La casa è infatti il fulcro delle nostre esigenze materiali, ma anche delle nostre istanze emotive e delle nostre necessità psicologiche, e al contempo il trait d’union tra ciò che sta dentro e ciò che sta fuori.
In questo senso, dunque, la finestra si propone come una sorta di ponte.
Dopo un lungo periodo di costruzioni in serie, in cui la casa è stata interpretata come manufatto puramente funzionale risultato della necessità dell’essere umano di comportarsi in modo fisiologicamente più stanziale, l’architettura attuale è sempre più intesa in senso olistico, e la casa diventa molto più che un semplice involucro. Al contrario, è la manifestazione materiale del nostro esistere come entità autonome e private ma anche nel nostro rapporto con il mondo fuori dalla porta.
Dal momento che nessun uomo è uguale a un altro, non sorprende scoprire che valori come la personalizzazione degli ambienti interni siano tenuti in sempre più alta considerazione, così come che l’esigenza di comunicare con l’esterno sia altamente valutata sia in fase progettuale che costruttiva. L’architettura razionale dovrà dunque tenere conto delle finestre anche nel loro impatto simbolico e archetipico per gli abitanti della casa, fatto sia di necessità individuali e di privacy che di integrazione e comunicazione.
Le finestre e le portefinestre, sempre più ampie e minimaliste, fatte di grandi vetrate la cui esposizione è accuratamente studiata, trasformano sia il mondo esterno che la casa stessa in un teatro, in un palcoscenico. Così come la porta d’ingresso rappresenta simbolicamente la trasformazione, il confine, il passaggio, le scale la necessità dell’uomo di muoversi verso l’alto, il cancello d’ingresso l’archetipo della difesa, la finestra è il punto di osservazione e dialogo. E come può esserci gioia nell’abitare se non si può osservare e dialogare con tutto ciò che ci circonda?
Perché è essenziale progettare ogni finestra con attenzione
In termini meramente pratici, progettare con attenzione le finestre di un edificio assolve a molteplici funzioni: definire la leggerezza visiva dell’involucro, offrire la possibilità agli abitanti di osservare il mondo, incrementare l’impatto terapeutico degli ambienti domestici garantendo loro maggiore ariosità e luminosità naturale, arredare la psiche dell’uomo con i colori e le suggestioni che provengono dall’outdoor.
Finestre e luce, d’altro canto, sono due concetti da sempre molto legati. Tralasciando un attimo l’importanza delle finestre nell’architettura residenziale, è sufficiente pensare a quanto cruciali siano le finestre degli edifici religiosi in stile gotico, che vanno a simboleggiare “la luce divina” con le loro decorazioni, colori, rappresentazioni. Non è un caso che, un tempo, chi si occupava di queste vetrate venisse considerato alla stregua dei sommi pittori incaricati di realizzare le opere d’arte da esporre nelle basiliche.
Oggi più che mai, il concetto dell’abitare deve essere completato da quello di coesistenza e dialogo con l’ambiente che ci circonda, mai “chiuso fuori” ma, al contrario, osservato liberamente e, in qualche modo, compenetrato, e cosa meglio di una finestra simboleggia il “legame tra il dentro ed il fuori“.